Ad un tratto Guisgard si voltò e vide Clio vicinissima a lui.
Prese allora il suo fazzoletto di Batista e con un gesto delicato asciugò, come una carezza, gli occhi della ragazza.
“Clio...” disse, mentre i primi chiarori del nuovo giorno filtravano attraverso l'umidità della notte morente “... non ti ho forse risposto mille volte? Con mille sguardi, mille carezze, mille sospiri ed infiniti baci? Non hai letto le risposte che cerchi mentre ti guardavo cambiarti d'abito attraverso i riflessi dei vetri o degli specchi? Quando i miei occhi ti seguivano, ti cercavano? Quando bramavo la tua pelle nuda, quando sfioravo i tuoi capelli o come ora asciugavo le tue lacrime?” Con un dito accarezzandole le gote. “Come ora, incurante di tutti gli altri che mi fissano...” infatti gli altri dell'equipaggio si erano accorti di quella strana discussione tra lui e Clio.
Guisgard allora tornò a guardare dal parapetto, per poi sedersi sulla balaustra.
Prese la sua ocarina e cominciò a suonare, mentre il Sole sorgeva da Oriente, dissolvendo le ultime tenebre ed illuminando il nuovo scenario che si apprestava ad accogliere la Santa Caterina ed i suoi eroi.