Guisgard prese di nuovo la sua coppa di vino e restò a fissare il riflesso delle candele sulle increspature di quel liquido rosso fuoco.
“O forse era lei a non tenere a me...” disse piano “... visto che non mi ha mai creduto...” sorseggiando.
“Siete dunque un uomo romantico, capitano?” Sorridendo Rosanne. “Di quelli che amano comunque, anche a dispetto del Tempo e della distanza?” Rise. “Perdonatemi, ma non credo esistano. E poi, se anche ci fossero, sarebbero stupidi, no?”
“Già...” annuendo Capitan Falco “... folli, stupidi... gli innamorati conoscono molti modi per essere definiti...”
“Si, ma ora parliamo di cose allegre.” Fece Rosanne.
“Direi che puoi ritirarti, adesso.” Intervenne Nora.
“Perchè mai?” Stupita Rosanne. “Io obbedisco solo al signor barone.”
“In sua assenza” replicò Nora “qui comanda suo fratello ed io sono sua moglie. Dunque obbedirai a me stasera. Ritirati adesso.”
Rosanne, indispettita, si alzò e si avviò verso la porta.
“Spero che la vostra notte, capitano, sia più eccitante della mia.” Ed uscì.
“Perdonatemi, è tardi.” Mormorò Nora. “Andrò a letto anche io. Buonanotte, signori.” E lasciò la stanza.
“Atmosfera idilliaca, direi...” fece Guisgard, appena rimasto solo con Clio, Altea e Cid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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