La musica dell'ocarina terminò, così come i versi di Guisgard.
E nella sala scese un cupo silenzio.
E poi il freddo.
Come se le murature della torre lasciassero ovunque penetrare ampi spifferi di quel vento gelido che attraversava quelle lande.
Un freddo che prese tutti i presenti nella sala.
Ma qualcosa era cambiato.
Lo sguardo del barone.
Non era più perso nel vuoto.
E l'uomo non tremava più.
A fatica allora prese ad alzarsi e solo qualche istante dopo suo fratello gli si avvicinò per aiutarlo.
Ciminieri, così, tornò a sedersi sul suo seggio.
Chiese poi dell'acqua e con un cenno congedò tutti i presenti.
“Voi no...” disse ai quattro falsi mercenari “... voi resterete qui... con me, mio fratello e mia cognata...”
“E noi, milord?” Chiese uno dei medici.
“Anche voi.” Fissandolo il barone. “Anche voi via. Come gli altri.”
E nella sala, col barone, suo fratello e sua cognata, restarono Guisgard, Clio, Altea e Cid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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