Clio osservò tutta la scena, attenta a non farsi scoprire.
E Guisgard, a quelle parole di Burmid, si fermò all'istante.
“Nessuno può toccare la mia gabbianella oltre me.” Disse il mercenario.
Ed il falso servitore chinò il capo in sego di scuse.
“Dovreste insegnare alla servitù come stare al proprio posto.” Voltandosi poi verso il barone.
“Ci scusiamo.” Fece Nora. “Sarà punito a dovere questo servo.”
Intanto Matiz era ferma sulla mensola della finestra.
“Vedo che questi servi, quando vengono ripresi, non sono soliti neanche togliersi il cappello.” Intervenne Samoa.
“Hai sentito?” Ghuan a Guisgard. “Togliti il cappello e chiedi perdono per la tua insolenza.”
“Si, doveroso... hihihihihihihi...” divertito Burmid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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