Capitolo VIII: Le icone di Capus Vetere ed il Fiore Antico
“Ma ci sono anche i pezzi degli scacchi: la Regina Rossa, la Regina Bianca, il gentile Cavaliere Bianco che rotola sempre giù di sella, e il Re Rosso, che dorme nel bosco della quarta casella e sogna i viaggiatori nel Paese dello Specchio.”
(Lewis Carroll, Alice attraverso lo specchio)
Guisgard ascoltò ancora Altea, limitandosi a guardarla senza aggiungere altro.
Gli altri dell'equipaggio, davanti a quella scena, apparvero muti ed inquieti.
“Io non obbligo nessuno a seguirmi.” Disse il presunto Taddeide a tutti. “Dunque chi vuole andare via è libero di farlo. Ma decida adesso stesso di farlo.” Con decisione. “Non tollererò più alcun tentennamento. La vita di ognuno di noi dipende da tutti gli altri dell'equipaggio e voglio solo gente conscia dell'importanza di questa impresa. Ci sono due modi per fare una cosa. Farla bene o non farla affatto. Dunque decidete.”
“Noi siamo sempre stati con te” fece Irko “e nulla è cambiato. Non devi mettere in dubbio la nostra lealtà.”
“Non l'ho mai fatto.” Rispose Guisgard. “Ma voglio che siate liberi di scegliere.”
“Abbiamo già scelto.” Disse Palos. “Tempo fa. E non cambiamo certo idea adesso.”
“Si!” Tutti gli altri in coro.
“Ma Burmid ci sarà alle costole!” Intervenne Miseria.
“Già.” Annuì il capitano. “Vuole ucciderci. E credo sia molto facile ciò.”
“E noi gli faremo capire che invece è tutt'altro che semplice!” Esclamò Chiò.
“Si!” Di nuovo in coro tutti gli altri.
“Avanti, tornate ai vostri posti.” Ordinò Guisgard.
E tutti obbedirono.
“Forse dovresti riposare un po', Clio...” voltandosi poi verso la piratessa il presunto duca.
Intanto Irko e Afiel raggiunsero Altea.
“Milady, su, ripensateci...” mormorò il Rosso “... non lasciateci proprio adesso. Dividerci è ciò che vuole Dominus.”
“Già, quel dannato.” Annuì Afiel.
Intanto la Santa Caterina era scesa sulle acque del Lagno, intravedendo in lontananza una striscia di terra.