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Vecchio 26-12-2014, 19.43.58   #3074
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Improvvisamente mi resi conto di quanto non mi mancasse affatto essere Capitano, con la responsabilità di un intero equipaggio.
Alzai timidamente gli occhi su di lui e sorrisi.
“Hai detto bene..” mormorai piano “Dovrei…” con un lieve sorriso “Forse..”.
Non mi ero mai fermata, non sentivo ancora la stanchezza degli ultimi giorni.
“Ma allora dovresti farlo anche tu… abbiamo le stesse notti insonni sulle spalle, dopotutto..” con un sorriso.
La verità era che non volevo lasciarlo, ma ormai la nave si era svegliata, nonostante l’orario, e il ponte non poteva essere una di quelle isole.
Abbassai lo sguardo per un momento, per poi cercare nuovamente i suoi occhi.
“Immagino che qualunque cosa volessi dirmi, resterà prigioniera di questa notte…” sussurrai, avvicinandomi appena, per poi sospirare “Già una volta ci hanno interrotti, ricordi? Prima di scendere a Nova Casalis..” sorrisi “Non ho mai saputo cosa volessi dirmi…”.
“Beh, io andrò a riposare, allora…” mormorai, con gli occhi nei suoi, vagamente divertita “Se invece.. non so.. volessi.. finire quella frase…” alzai appena le spalle “Sai dove trovarmi..”.
Feci per andarmene, ma poi mi fermai e sussurrai appena al suo orecchio.
“Solo.. se davvero avessi qualcosa da dirmi..” esitai “Non affrettarti troppo o potrei non essere presentabile… che so.. potresti trovarmi nella vasca da bagno..” risi appena.
Mi allontanai di un passo, per poi chinare il capo rispettosamente.
“Col vostro permesso, Capitano..” fingendomi seria per poi avviarmi verso la cabina.
Il bagno, in realtà l’avevo detto solo per gioco, ma in quel momento mi resi conto che non era una cattiva idea, dovevo solo fare in fretta, prima che per qualche ragione mi seguisse davvero.
Raggiunsi la mia cabina e chiusi la porta dietro di me, restandovi appoggiata per lunghi istanti.
Cosa avrebbe pensato? Cosa avrebbe fatto?
Mi avrebbe seguito come io avevo seguito lui nella Sala dei Comandi?
Non ne avevo idea.
Continuava a sembrarmi di giocare ad un gioco di cui non conoscessi affatto le regole.
Il bagno..
Già, non avevo tempo, raggiunsi l’angolo che fungeva da sala da bagno e cercai un modo per scaldare dell’acqua.
Nel frattempo, aprii l’armadio e buttai sul letto una bellissima camicia da notte bianca, che avevo predato ad un mercantile francese tempo prima.
Una volta scaldata l’acqua, la cosparsi con le mie essenze preferite, accatastai i miei vestiti, gli stivali, il corpetto, la giubba in un angolo e mi immersi nell’acqua bollente.
Solo allora cominciai a sentire la stanchezza attraversarmi, l’acqua era così calda, e il profumo delle essenze rilassante.
Così, alla fine, chiusi gli occhi.

“Clio..” una voce dolce, la sua voce, mi chiamava “Clio, svegliati.. sono qui..”.
Aprii gli occhi a fatica, come fossi immersa in un sonno troppo profondo.
E la prima cosa che vidi fu il suo sorriso, e i suoi occhi che brillavano alla luce della luna.
“Ben svegliata..” disse, dolcemente.
“Ciao..” mormorai soltanto, con gli occhi nei suoi.
Battei le palpebre un paio di volte, cercando di capire dove fossi.
Ero sdraiata sull’erba, lui era chino su di me, al mio fianco.
Mi misi a sedere, e restai allibita.
Eravamo sull’altura dove ci incontravamo spesso da ragazzi, solo che il borgo, il castello, la campagna, non c’erano.
Tutto attorno a noi c’era uno splendido mare, uno di quelli incontaminati e puri, che avevo toccato nelle scorribande dell’Hydra.
Non capivo, mi voltai verso di lui, osservandolo perplessa.
Lui sorrise, sedendosi a sua volta.
“Te l’avevo detto, no?” con il suo sorriso compiaciuto, per poi voltarsi verso di me “Che stanotte ti avrei portato nelle Isole Felici…” sfiorandomi il viso con la mano.
“Guisgard io..” mormorai appena, con gli occhi nei suoi.
Lui si limitò ad accomodarmi una ciocca ribelle, per poi cercare le mie labbra ed incatenarle in un altro bacio appassionato.


Mi svegliai perché l’acqua era diventata gelida, e io stavo tremando.
Trasalii.
Quanto avevo dormito? Un minuto? Dieci? Un’ora?
“Maledizione…” imprecai tra i denti.
Meno male che dovevo fare in fretta.
Almeno così sei bella riposata e profumata, però…
Uscii dalla vasca, e mi avvolsi nel telo che avevo lasciato lì accanto appositamente, per poi entrare nella camera vera e propria.
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