Vagando fra le stanze del palazzo dei Taddei, tra i misteri della notte, i suoi silenzi e i sogni che si rincorrono fino al sorgere dell'alba, cercando negli ultimi versi di un mendicante che si attarda nelle cucine per avere qualche avanzo, spesso si può udire di frammenti lontani, dai più dimenticati.
Ma chi sa sognare li ricorda bene...
“Ciao...” disse lei “... cosa leggi?”
“Un vecchio diario...”
“Non si leggono i diari altrui, non lo sai?” Sorridendo lei. “Non è cortese e tu un giorno sarai il duca.”
“Non è uno di quei diari che solitamente scrivete voi donne...”
“Ma davvero?” Fissandolo seccata lei. “Allora è uno di quei diari che scrivete voi uomini...”
“Infatti.”
“Non andrebbe letto lo stesso!”
“E' appartenuto ad un duca...” disse lui.
“Questo non ti da il diritto di leggerlo...”
“Magari lo ha scritto affinchè, un giorno, uno dei suoi discendenti lo leggesse...”
“Già, comodo, vero?” Incrociando le braccia lei.
“Magari questo diario un giorno salverà la mia stirpe...”
“E come può farlo?” Fissandolo lei.
“Beh, chissà...” sorridendo lui “... forse ci dirà come trovare il Fiore Azzurro...”
“Il Fiore Azzurro?” Ripetè lei.
“Certo.” Annuendo lui. “Per questo lo sto leggendo. Un giorno, se Dio vorrà, io troverò il Fiore Azzurro e salverò i Taddei.”
“Cos'è il Fiore Azzurro?” Chiese lei. “Io non l'ho mai sentito nominare.”
“Impossibile!” Sicuro di sé lui.
“Invece è così!” Facendogli la linguaccia lei.
“Scommettiamo?”
“Ci sto.” Guardandolo lei. “Per il solo gusto di sconfessarti, signor so tutto io!”
“Bene.” Chiudendo il diario lui. “Ma se vinco io?”
“Che vuoi dire?”
“Beh, ogni scommessa vinta merita un premio.”
“Sentiamo, cosa vorresti?”
“Qualunque cosa?”
“Si, tanto non vincerai.”
“E sia.” Ridendo appena lui. “Allora voglio... un bacio.”
“Un bacio?” Stupita lei.
“Ti tiri indietro?” Lui a lei.
“Certo che no.” Scuotendo il capo lei. “Tanto perderai.”
“Bene.” Facendole l'occhiolino lui. “Tu hai sentito parlare già del Fiore Azzurro... e tante volte.”
“Non è vero!”
“Eppure di certo conosci il mito del Vello d'Oro, no?”
“Quello di Giasone e Medea?”
“Già.” Sorridendo ancora lui. “E poi ancora la Mela d'Oro di Paride, la Lampada di Aladino e la Pietra Filosofale.”
“Ma...” meravigliata lei “... ma nessuno di questi oggetti magici ha la forma di un fiore...”
“A parte i pochi che lo hanno trovato e colto, nessuno in realtà” spiegò lui “ha mai visto il Fiore Azzurro. Dunque chi può dire che forma abbia?”
“Tu voi imbrogliarmi!” Sospettosa lei.
“Allora ti rivelerò un segreto...” avvicinandosi lui a lei e parlandole all'orecchio “... tu adori i romanzi cavallereschi e cortesi, vero? Beh, persino la Carretta di Lancillotto, che gli permise di salvare Ginevra, era il Fiore Azzurro. Così come il Filtro d'Amore bevuto da Tristano ed Isotta.”
“Ma tu come fai a sapere queste cose?” Titubante lei. “Le hai lette in quel diario?”
“Ho sognato...” svelò lui “... ho sognato il Fiore Azzurro...”