“Cento Ducati...” disse Riccado a quella richiesta di Clio “... in effetti è una cifra molto alta... ebbene, non credo vi saranno problemi.” Si voltò verso il gigante che era entrato con lui e gli fece cenno di andare. “Bene, visto siamo giunti ad un accordo non vi è più motivo per lasciarvi in questa poco accogliente stanza. Prego, seguitemi.” A Clio.
Ed uscirono.
Raggiunsero un piano inferiore, dove Riccado pregò Clio di attenderlo là.
Ritornò poco dopo, ma insieme ad un altro individuo.
Era un uomo dallo sguardo austero e dai lineamenti marcati, facendolo apparire come un individuo poco incline al dialogo ed al confronto.
“Questi è messere Samondo.” Riccado alla ragazza, indicando l'uomo. “Amministratore del signore del castello.”
“Lasciamo perdere i convenevoli.” Sbottò Samondo. “Vi avverto” fissando Clio “che non siete nella condizione di tirare troppo la corda.”
“Col dovuto rispetto” fece Riccado “io non credo che la faccenda possa risolversi così...”
“Per favore.” Lo zittì Samondo. “Sono io l'incaricato per risolverla. E di certo non ho intenzione di trattare a certe condizioni.” Tornò a guardare Clio. “Non vi saranno offerti più di cinquanta Ducati. Prendere o lasciare.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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