Ma prima che Otario rispondesse a Clio, Samondo si alzò e zittì l'altro con un cenno.
“Perdonatemi...” disse con sufficienza “... ma conoscendo da tempo le intenzioni di lord Azable circa il volersi impadronire di quelle spade, ho pensato bene di premunirmi e prendere dunque l'iniziativa.” Estraendo dalla tasca alcuni fogli di carta. “Ho fatto così alcune ricerche sul reame di Afragolignone e su quello che viene definito il suo ducato più importante, ossia Capomazda. Ebbene credo sia interessante porre la nostra attenzione al tipo di cultura e di struttura sociale che domina in quelle lontane terre. Penso di poter affermare, senza temere di essere smentito, che nulla è così diverso da Miral come lo sono Capomazda ed il suo reame. La società Comunale come da noi si è affermata da tempo è invece del tutto aliena ai costumi ed alle convenzioni di quel popolo. La sovranità popolare lì è un concetto paragonabile a quello di una favola. Pochissimi detengono il potere laggiù e impongono questo discutibile diritto con la rivendicazione della propria nobiltà. Ed un ruolo vitale lo detiene la Chiesa, che legittima le pretese ed i privilegi di quelli che vengono definiti i Grandi di Afragolignone, ossia gli aristocratici. In un simile contesto, per non destare sospetti, occorrerà un piano preciso e perfetto che ci consenta di mischiarci a quella gente e sembrare come loro. O almeno non apparire pericolosi ai loro occhi.” Guardò Riccado. “Converrete con me, immagino.”
“Perfettamente.” Annuì lo storico.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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