Tratto da “I detti di Amore”.
Un giorno, decisi a raggiungere il Castello di messer Amore, alcuni cavalieri presero armi e corazze, montarono sui loro cavalli e partirono.
Attraversarono vasti territori, raggiungendo paesi stranieri, fino a giungere nei luoghi più remoti del mondo conosciuto.
Stanchi ed avviliti, quando erano sul punto di ritirarsi, incontrando un vecchio eremita dai capelli bianchi decisero di chiedere a lui dell'ubicazione di quel magico maniero.
Ed il vecchio disse loro di cercare oltre le terre note, giungendo in quelle sconosciute dai più.
Così, i cavalieri, ripresero rinvigoriti e speranzosi il loro cammino.
Arrivarono in terre sconosciute, poste oltre i mari ed abitate da uomini con la pelle gialla e persino rossa.
Ma neanche in queste ignote lande trovarono quel favoloso castello.
Qui però incontrarono un altro eremita, dai capelli ed i baffi bianchi.
E gli chiesero del Castello di Amore.
Questi allora consigliò loro di non cercare nei luoghi abitati dagli uomini, ma in quelli dominati solo dalle forze naturali.
I cavalieri, così, ricominciarono la loro ricerca, vagando stavolta tra i venti impetuosi, i mari sterminati, le lussureggianti foreste ed i deserti dimenticati.
Ma in nessuno di questi luoghi videro quel fiabesco castello.
E ormai delusi, quando erano sul punto di ritirarsi, i cavalieri incontrarono un altro eremita.
Aveva capelli, baffi e barba bianca.
Chiesero allora anche lui del castello ed egli rispose loro di non cercarlo.
Sarebbe stato infatti lo stesso messer Amore a trovare loro.
Stupiti e turbati da queste parole, i cavalieri decisero di desistere e tornare a Camelot.
E la sera del loro ritorno, incontrato sir Guisgard in una taverna, decisero di bere con lui del buon vino, raccontandogli poi della loro fallimentare ricerca.
Ma proprio in quel momento arrivò un giovane con un carretto.
Chiese loro di dargli una moneta e pescare una pallina dalla cesta che aveva con sé.
Guisgard ed i suoi compagni gli diedero un Taddeo d'argento e dalla cesta pescarono una pallina chiusa con un indovinello inciso sopra.
“Risolvete l'arcano” disse il giovane “e la pallina si aprirà, mostrandovi ciò che cercate.”
Guisgard lesse l'enigma, accompagnato da alcune immagini, che così recitava:
“Trova la parola che hanno in comune queste immagini:
L'eroe Teseo
La civetta
La dea Atena
Firenze
"
Naturalmente Guisgard risolse l'arcano ed aprì la pallina.
Essa conteneva questa frase:
"Tre sono i pilastri dell'Amore.
L'assolutezza, che lo pone al di sopra di tutti gli altri sentimenti, di cuore o di sangue che siano.
L'Esclusività, che lo rende incapace di essere scalfito da un tradimento (infatti il più grande miracolo d'Amore è amare la stessa persona per tutta la vita).
L'Eternità, che lo rende in grado di sopravvivere all'esistenza umana e dunque di durare per sempre.”
Guisgard mostrò la pallina ai suoi compagni.
“Avete cercato la dimora di Amore ovunque, eppure egli parla ai vostri cuori.” Fissandoli. “Questo è il Vero Amore e qualunque legame o relazione che manchi anche di uno solo di questi tre Pilastri, non può definirsi tale.”
I cavalieri annuirono e compresero.
E voi dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'arcano?