Tornati a corte, il Priore Tommaso ed Altea incontrarono Gvineth.
“Salute a voi.” Disse il religioso. “Io sono Padre Tommaso, confessore di lady Altea.”
“Milady non poteva chiedere al diacono di corte o al cappellano di farle da confessore?” Chiese il nobile.
“Sapete...” sorridendo il Priore “... la confessione è un qualcosa di molto intimo, che richiede totale trasparenza. Spesso sia ha soggezione, pudore o riluttanza ad aprire il proprio cuore ed il proprio animo riguardo le cose, diciamo, meno nobili della nostra vita. Si nutre quell'infantile ed irrazionale paura di essere giudicati e condannati. Si pensa al proprio confessore come ad un qualunque altro uomo e si cade, di conseguenza, nel timore di essere condannati.”
“E non è così?” Fissandolo Gvineth.
“Milord, un sacerdote, un monaco e qualunque altro ecclesiastico nel confessionale smette i panni terreni e rappresenta Cristo.” Rispose il Priore. “E' Lui, infatti, che ascolta e che giudica.”
“E condanna.” Annuì Gvineth.
“Cristo non condanna nessuno disposto a ricorrere alla Sua Santa Misericordia.” Fece il religioso.
“Comunque” mormorò il nobile “questo palazzo non chiude le porte ad un religioso. Vi farò dare una camera.” Chiamò un servitore ed ordinò di accompagnare il Priore.
Questi salutò Altea e seguì il servo, che lo portò in una camera accogliente.
Poco dopo il Priore tornò da Altea.
“Bene...” alla dama, ora che erano soli “... sembra che a corte il Clero sia sempre di casa. Oh, naturalmente ciò non deve ingannare. I nuovi aspiranti signori sanno bene che alla fine spetterà alla Chiesa decidere chi governerà Capomazda. Ma noi, conoscendo ciò, useremo la situazione a nostra vantaggio.” Annuì. “Bene, direi di cominciare...” mormorò “... forse non sapete, non avendovi rivelato nulla dei miei trascorsi qui, che io fui chiamato per stilare una relazione per Sua Grazia il vescovo, circa la morte dell'Arciduca Taddeo l'Austero. Tuttavia questa cosa non si ripetè alla scomparsa di suo nipote, il giovane lord Guisgard. Beh, credo sia il caso di raccogliere più informazioni possibili riguardo quel funereo accadimento. In pratica, figliola, dobbiamo indagare e ricostruire passo dopo passo i momenti che precedettero la morte dell'ultimo Arciduca.” Estrasse da una tasca un piccolo libretto per degli appunti. “Vediamo un pò” con tono divertito il Priore “se nel vostro sangue scorre quella naturale affinità e propensione che alcuni soggetti posseggono circa la capacità di sapere raccogliere fatti, analizzarli e dar loro un senso più o meno compiuto. Su, ditemi, milady... da dove dobbiamo cominciare a raccogliere informazioni, secondo voi?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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