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#301
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Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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La campagna, ancestrale, profonda, misteriosa.
I suoi silenzi, il suo vuoto.
Quel vuoto angosciante e pulsante, come se fosse vivo ed abitato.
Elisabeth era in una radura, circondata in lontananza da alte e frondose querce, quasi a formare un mistico anello protettivo.
Davanti a lei un primordiale altare sacrificale, in cui la donna aveva lasciato bruciare arbusti secchi, mischiati a resine ambrate ed aromatizzate.
Poi la nebbia si dileguò, come spazzata via dal freddo vento della Terra.
Comparve la Luna, bellissima ed incantata, poi ad una ad una le stelle del cielo ed infine si iniziò ad udire un canto.
Dall'oscurità allora prese forma una figura.
Alta e robusta, dal passo austero e intrisa di una velata fierezza, quasi forse peccato ostentare quel suo misterioso lignaggio.
“Nulla” disse la spettrale figura ad Elisabeth “è peggiore dell'oblio. La morte stessa, nel suo muto pallore, ne esce avvilita. I morti non hanno voce, se non lamenti. E quei lamenti non li ode nessuno. Banchettano nella mia casa e infangano il mio talamo. Li maledico, ma sono io stesso maledetto.” Avanzò ancora e con un cenno della mano tradì quasi la volontà di rivelare altro alla donna.
Ma poi il canto del gallo lo fece fermare.
“E' ora” sentenziò “e devo andare.” Si voltò e svanì nel buio della notte, lasciando dietro di sé solo il canto di una civetta.
Elisabeth si svegliò.
Era stato un sogno.
La donna era in camera sua, nel suo letto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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