Elisabeth attraversava quel bosco immerso ormai nelle tenebre dominanti.
Era però una sera spettrale, la Luna brillava muta sulla brughiera, in cui vagabondavano animali selvatici insieme a misteriose ed oscure leggende.
Era quello un luogo di profondo Inverno e fiori narcotici, capaci, per chi ne conosceva proprietà e caratteristiche, di fornire veleni ignoti e mortali.
Poi all'improvviso un fruscio.
Un mormorio che sembrò raggiungere ed avvolgere la moglie di De Gur.
E ad un tratto davanti a lei apparve qualcosa.
Un'ombra indefinita e silenziosa che mutò un attimo dopo in una figura immobile che pareva essere spuntata dal nulla, come quegli spettri che molti affermano di aver visto vagare di notte nella brughiera.
Poi quella figura avanzò di un passo, raggiungendo il vago pallore lunare e svelando così il suo volto.
Era un religioso.
“Salute a voi, signora...” disse ad Elisabeth “... in verità, da ciò che molti raccontano, mi aspettavo di incontrare spiritelli e fantasmi, non certo una donna.” Sorrise appena e mostrò un lieve saluto con un cenno del capo. “Perdonate la singolarità delle nostro incontro, ma cercavo il convento dell'abate Elia e siccome dubito che nei paraggi ci siano molte altre abitazioni, presumo che voi veniate proprio da quel pio luogo, o magari che lì siate diretta. Sono un religioso, il Priore Tommaso. Provengo dal vecchio Cimitero e volevo raggiungere il convento quanto prima. Potete forse aiutarmi, signora?”