Ammone ascoltò ogni parola di Clio, fino a quando i due avvistarono una grossa sagoma in lontananza.
Era una vasta e signorile costruzione, i cui tratti nobiliari erano ancora visibili nonostante il tempo trascorso.
Era disabitata ed abbandonata e qualcosa di sinistro, che veniva narrato intorno ad essa, teneva lontani possibili acquirenti.
E nel suo spettrale ed enigmatico torpore, quella grande villa pareva fissare Capomazda costantemente, notte e giorno, indifferente, sembrava, al suo Destino.
“Eccoci arrivati.” Disse Ammone.
“Vi attendevamo.” Ad un tratto un'ombra alle loro spalle. “Prego, seguitemi.” E li condusse all'interno della magione.
Qui, Clio ed Ammone, trovarono un pugno di uomini, tutti abbigliati con mantelli e cappuccio.
“Vi attendevamo...” alzandosi uno di quelli “... sono messer Rodolfo, capo del Patto delle Civette...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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