Sospirai, sorridendo appena, mi sembrava che il monaco non fosse mai stato così cordiale, sperai che fosse di buon auspicio.
"Perdonate se vi disturbo ancora, padre..." risposi a quella voce.
"Ma vi assicuro che non ci metterò molto.. avete ragione, sono già stata qui... giunsi per caso due notti fa seguendo il suono dell'ocarina... poi tornai la notte successiva, perché avevo scoperto che conoscevate Guisgard, e mi accorsi che quell'ocarina l'avevate davvero voi, sebbene abbiate fatto dapprima finta di niente e poi vi siete inventato una strana storia.." sorrisi, anche se lui non poteva vedermi.
"Il mio nome è Clio... Sono sicura che vi ricordate di me.. e del mio amico grande e grosso che era con me ieri notte.. andrò dritto al punto... non sono qui per chiedervi spiegazioni perché detesto essere presa in giro, e potrei alterarmi come ieri notte.. sono venuta solo a chiedervi un favore... e vi pregherei di non ignorare le mie parole.." presi un profondo respiro.
"Dunque, so per certo che avete dato quell'ocarina a qualcuno, e che quel qualcuno l'ha suonata più volte... lo so perché l'ho sentita io, l'hanno sentita altri e qualcuno l'ha anche visto.. diciamo... un pastore dai capelli scuri e gli occhi azzurri.." abbassai lo sguardo "Non ascolterò una sola parola, quindi risparmiate le menzogne per qualcun altro.. vi chiedo solo questo... la prossima volta che vedrete quel pastore, dategli questo..".
Con la mano tremante, sciolsi i lacci che legavano il piccolo fodero alla cintura, dentro al quale stava il mio prezioso pugnale con il manico in corno di capriolo.
Il pugnale che avevo sognato di comprare fin da quando ero una ragazzina.
Il pugnale per cui mettevo via un po' della mia paga nelle cucine del castello.
Il pugnale che non ero riuscita a comprare quando fui costretta a scappare.
Il pugnale che lui aveva comprato per me.
Il pugnale che speravo di trovare in ogni bottino predato dall'Hydra.
Il pugnale che avevo ritrovato sulla Santa Caterina
Il pugnale che da allora era sempre con me.
Mi si strinse il cuore, ma se poteva servire a capirci qualcosa, allora ero pronta a separarmene.
Avevo perso lui, dopotutto, perdere qualunque altra cosa era nulla a confronto.
E se c'era anche solo una possibilità di ritrovarlo, per quanto assurda e folle, dovevo tentare.
"Ve lo lascio qui fuori.." chinandomi a posare il pugnale chiuso nel fodero davanti alla porta rimasta chiusa "Se ho ragione, allora saprete chi sono e perché vi ho tampinato in queste notti... e se invece sono solo una povera pazza, abbiate comprensione e tenetelo come offerta..." Lo osservai un'ultima volta "Vi chiedo nuovamente scusa per il disturbo padre..." mi voltai, e mi incamminai verso il mio cavallo e Ammone.
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