La campagna dipinta nelle calde luci del tramonto si stagliava intorno a noi, come volesse tenerci al sicuro, oppure imprigionarsi.
Il mio sguardo triste vagava distrattamente in quella quiete strana.
Ma poi qualcosa colpì il mio cuore.
Di nuovo, il suono dell'ocarina, che come un tenero abbraccio mi sciolse, lasciando libera più di una lacrima.
Alzai lo sguardo su Ammone, e dalla sua espressione compresi di non essere l'unica.
Come potevamo condividere la medesima follia?
Così, quasi senza accorgermene, mi voltai a guardare indietro, verso quel suono.
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