Clio sorseggiò quel latte, assaporandolo piano con gli occhi chiusi.
Gli effetti ed il calore di quella lieve carezza dettata dal leggero tocco delle dita di Icarius sulle sue era ancora vivo, quando tutta una serie di sensazioni avvolsero l'animo della bella piratessa di Miral.
Allora la forza della lussureggiante e primordiale campagna Capomazdese invase i suoi sensi, con i profumi, gli odori ed i sapori di quell'antica e nobile terra.
Fu un attimo, ma lungo ed indefinito, come se il Tempo si fosse fermato.
Clio allora avvertì il corso del giorno fuggente, l'odore delle bacche selvatiche, i licheni e i salici, i lievi pendii popolati di cespi e lamponi, come una visione della verginale Primavera nascente.
E poi, sempre con gli occhi chiusi e col denso senso di dolcezza di quel latte sulle labbra, vide il bianco gregge che correva tra prati e ruscelli nel magico chiarore del giorno, che come un sorriso accoglieva il dorato alone del grano nuovo e rigoglioso.
Ed ancora il Sole che tramontava, lasciando la bella e mistica sera dipanare tra purpurei splendori e vermiglie nostalgie.
Ed infine la notte amica, col suo chiuso ed appartato mistero, di ogni sognatore ed innamorato, simile ad una donna sconosciuta dal volto celato e gli occhi sognanti di stelle e firmamento incantato.
Poi Clio lentamente riaprì gli occhi, mentre quelle magiche e bucoliche sensazioni scivolavano via lungo la sua pelle, causandole brividi ed emozioni appaganti e serene.