Il posto era senza pretese, ma certo non mi scandalizzava.
Sorrisi al proprietario "Vi ringrazio.." per poi prendere posto nel tavolo vicino al camino.
Una volta sistemati, con davanti uno stufato e una bella bottiglia di vino, mi sentivo sollevata.
Servii il vino ad entrambi, per poi assaporarlo piano.
Tuttavia non mi sembrava di portare alle labbra quel rozzo bicchiere, ma piuttosto la semplice ciotola in cui lui mi aveva offerto il latte.
E allora sentivo di nuovo la campagna, i suoi luoghi, colori e segreti intorno a me, certo, molto meno intensamente di quando avevo assaggiato quel buonissimo latte.
Restai in silenzio per un lungo istante, ripensando a quella folle giornata.
Non sapevo cosa fare con il Patto delle Civette.
Continuavo a vedere il suo volto sereno eppure velato di inquietudine, che forse non riusciva a spiegare a se stesso.
Loro volevano un Arciduca che reggesse il ducato, io volevo soltanto indietro il mio Amore.
E non mi importava se fosse un Arciduca, un fuorilegge, un pastore, lo avrei seguito in ogni situazione. Ma certo non sarei stata lontana da lui, a meno che non me lo chiedesse.
"Tu che ne pensi?" alzando gli occhi stanchi e inquieti su Ammone "Dovremmo parlarne ai nostri amici? Senza scendere nei dettagli, ovviamente..." strizzando l'occhio all'omone.
Non potevo sapere chi ci stava ascoltando.
|