Lo ascoltai in silenzio raccontare di quella mela in modo tanto delicato.
Non mi era mai apparsa tanto buona, dolce, inconfondibile, capace di parlarmi di Capomazda e dei suoi frutteti.
Ma il cuore batteva sempre di più a stargli così vicino.
Stavo giocando col fuoco, e lo sapevo benissimo.
Poi quel gesto, delicato, leggero eppure così rovente.
Non so come riuscii a restare immobile, anche se mi sembrava di tremare.
Chiusi gli occhi, per poi riaprili e trovare i suoi, così vicini ai miei.
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