La carrozza, col suo andamento lento, il suo cigolare quasi meccanicamente, il dolce procedere dei cavalli e i versi del cocchiere per condurli, avanzava in quella vasta brughiera battuta del vento ed intrisa di un ossessivo senso di apatia e dimenticanza.
Poi apparve quella villa in lontananza, così silenziosa ed austera.
La vettura imboccò uno stretto viale alberato, il cui accesso recava una lapide di pietra con incise le seguenti parole:
“Le Cinque Vie”
“Madama, siamo quasi giunti.” Disse il cocchiere sporgendosi in modo che la ragazza potesse udirlo dall'interno della carrozza. “E' quella la villa.”
Erano arrivati ormai, sebbene la ragazza di Miral sentisse ancora l'angoscia e la tristezza per il sogno della Santa Caterina contro le navi di Picche.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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