Tessa, in balia di inquietudini e ricordi, bussò alla porta del carcere.
Quel luogo, tetro e desolante, appariva quasi immerso in un'atmosfera surreale ora che nel ducato tutto era divenuto caos.
L'ingresso si aprì e un uomo tozzo e dall'aspetto trasandato si mostrò agli occhi della giovane donna.
Quasi istintivamente vide la lettera che lei aveva con se, con sopra il sigillo di Tifonne, l'ex comandante di quel carcere.
Subito allora fece cenno a Tessa di seguirlo.
Poco dopo, quasi senza accorgersene, la giovane si trovò nell'ufficio di Caffon.
“Bene...” disse l'uomo “... ditemi pure, vi ascolto...” fissandola.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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