Tessa guardò dallo spioncino e vide un uomo ben vestito su uno sgabello che fissava ora il vuoto della cella, ora la lieve luce che penetrava da una grata.
“Una donna che porta in dono dei dadi...” disse senza voltarsi il prigioniero “... forse dunque siete madonna Morte? Magari che mi chiede di giocarmi la vita. Ma ho sentito dire che ella ama sfidare con gli scacchi a chi ne reclama l'esistenza. Allora forse siete il demonio, mutato in donna, per contendermi con i dadi l'anima.” Si alzò e si lasciò cadere sulla brandina. “Morte o demonio... non sarebbe male nessuno dei due...” la sua maschera di ferro brillava al leggero alone del Sole “... descrivetevi... come siete fatta? Bella, brutta? Mora, bionda? E poi gli occhi... parlatemi dei vostri occhi...” voltandosi verso lo spioncino da cui parlava Tessa.