Nel nostro Giardino vedo si parla di uno dei volti più complessi e discussi dell'Amore, quello cioè unilaterale, non corrisposto.
Alcuni si chiedono se davvero può esistere questa romantica e drammatica forma d'Amore.
Io credo che l'Amore, quello Vero, deve sempre compiere grandi imprese, effettuare smisurati sforzi, superare ardue prove per affermarsi.
Qualcuno ha scritto che l'Amore Vero, non dunque quello comune, fatto di incertezze, debolezze, tradimenti e miserie che molti, ahimè, vivono ed accettano come inevitabile, è simile ad una pianta selvatica, che nasce e cresce spontaneamente, abituata così alla calura ed al freddo, alla pioggia ed al vento e che per questo è più forte e resistente (a differenza dell'amore comune, più simile invece ad una fragile ed effimera piantina da giardino).
Di fronte a ciò, ben si comprende come una simile forza non tema nessuna miseria di questo mondo, nemmeno quella di amare senza essere corrisposto.
Stanotte, nell'apprestarmi al mio ultimo giro di ronda, vi lascerò con un pensiero di un grande poetata trovatore, Bernart de Ventadorn, che ben riassume il senso del Vero Amore:
“Io non credo negli uomini che scelgono l'amore, ma all'Amore che sceglie gli uomini.”
Buonanotte, Camelot...