Capii subito che quello incastrato fra gli arbusti era il corpo del prigioniero.
"Mertin, Edwig, aiutatemi a tirarlo sulla sponda, presto!" dissi sottovoce, nel timore che qualche carceriere fosse ancora nella zona.
Protetti dal buio, in tre e dopo notevoli sforzi, riuscimmo a trascinare il corpo sulla sponda, al riparo della vegetazione.
Edwig tirò fuori dalla scarsella un coltellaccio, con cui probabilmente tagliava le erbe nel bosco e presto, riuscimmo a liberare il prigioniero dal sacco di stoffa in cui era stato avvolto.
"Mertin, corri come il vento e va' a prendere il tuo cavallo, presto!" ordinai al giovane.
Tornò da lì a poco con un vecchio cavallo, portando con sè il fratello Gunvald. Entrambi i giovani erano fedeli servitori della Madre Superiora che, quando erano ancora ragazzini, aveva salvato la loro famiglia dalla fame e dalla miseria.
I due giovani caricarono sul cavallo il corpo del prigioniero, che nel frattempo Edwig aveva corroborato con i suoi infusi prodigiosi, ma che versava ancora in stato di incoscienza.
"Edwig, dove lo portiamo? Credi che il convento sia un luogo sicuro?" chiesi alla guaritrice.
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Footfalls echo in the memory, down the passage we did not take, towards the door we never opened, into the rose garden.
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