“Sta tranquilla, Clio.” Disse Icarius alla ragazza, tenendo stretta la mano di lei nella sua. “Sarò forte. Lo sarò per me e per te.” Sorrise. “So che non ti piace sentirlo dire e so anche che in realtà saresti più tu in grado di difendere me che il contrario. Ma credo che questa mia faccia” sfiorandosi il volto “sia la nostra miglior arma. L'unica nostra possibilità di poterne uscire vivi. E insieme.” I due ragazzi attraversarono un buon tratto di brughiera, fino a quando arrivarono nel luogo che il Patto della Civetta aveva eretto come suo quartier generale.
E agli occhi di Clio quel posto era rimasto immutato, come la volta in cui lo vide per la prima volta.
Infatti anche l'aria sembrava incantata.
I due si avvicinarono all'ingresso e subito una figura incappucciata apparve dal nulla.
Ma prima che quella cominciasse a parlare, il pastore si voltò a fissarla, mostrandosi chiaramente.
L'uomo incappucciato restò per un attimo turbato, poi rise piano.
“Parlavamo appunto di te, pastore...” mormorò, per poi far cenno ai due di seguirlo.
Li condusse all'interno di quel luogo, in una sorta di cantina dimenticata, dove altri incappucciati stavano attorno ad un braciere ardente.
E tra essi emerse una figura che fissò Icarius per un lungo istante.
“Finalmente...” disse Rodolfo “... mai momento fu più opportuno per vedere il volto di uno spettro...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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