Frate Severo osservò con attenzione il ciondolo di Altea.
“Lo trovo alquanto singolare...” disse, senza smettere di guardarlo “... si, forse troveremo qualcosa nella nostra biblioteca... prego, seguitemi pure.”
Raggiunsero così una vasta sala, colma di affreschi che ricoprivano buona parte delle pareti.
Il restante spazio era poi occupato da grandi librerie che correvano lungo i muri ed erano piene zeppe di testi di ogni tipo, dalle pergamene, agli incunabuli, a testi venerabili di ogni età, fino ai giorni nostri.
Frate Severo mostrò il ciondolo al frate bibliotecario e questi, prendendo una scala, consultò alcuni registri molti antichi.
Alla fine ne tirò fuori uno molto vecchio e consumato dal tempo e lo passò a Frate Severo.
Questi lo aprì e lo sfogliò.
“Guardate qui...” indicando ad Altea una nota alla fine di una pagina “... qui è raffigurato un disegno simile a quello dello ciondolo... e spiega che la civetta è il simbolo dei duchi Taddei, dunque di Capomazda, mentre il carciofo rappresenta la terra di Suession... la nota spiega che raffigurare la civetta nell'atto di stringere il carciofo fra gli artigli voleva simboleggiare l'alleanza fra Capomazda e Suession... un'alleanza che doveva scongiurare invasioni straniere... ma non solo, doveva infatti tenere lontane le forze del male, incarnate dai demoni, dai negromanti e dalle streghe...” chiuse il libro e sorrise alla dama de Bastian “... come vedete sono solo antiche leggende.”
Ma proprio in quel momento Altea si accorse che dal testo era caduta a terra una lettera sigillata.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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