"Vi accompagnerò io al tramonto, messere" dissi al prigioniero.
"Adesso ho bisogno di riposare e non credo sia saggio mettersi in cammino in pieno giorno".
Andai dunque a riposare e, il mio, fu un lungo sonno ristoratore e senza sogni.
Ci mettemmo in cammino subito dopo il tramonto, accompagnati da Gunvald e Mertin, armati fino ai denti.
Fu un cammino silenzioso e abbastanza breve, poiché la piccola chiesa di Fra' Godwin si trovava appena fuori dal bosco, lontano però da ogni strada maestra e da ogni sentiero più trafficato.
La luce della luna, illuminò il campanile della chiesetta. Fra' Godwin, non avendo praticamente contatti con nessuno, produceva da solo quello che serviva al suo sostentamento e a quello dei malati che un tempo ospitava. Aveva una mucca e una capretta per il latte, pollame in quantità e un grande orto, del quale si occupava per passare il tempo, fra un'orazione e l'altra.
Bussai alla porta. La luce all'interno dell'abitazione, lasciava supporre che fosse ancora sveglio ed infatti, qualche istante dopo aprì la porta.
"Che Dio vi guardi, frate. Sono Tessa del convento e devo chiederle aiuto da parte della madre superiora. Possiamo entrare?" dissi, accennando al mio piccolo seguito.
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Footfalls echo in the memory, down the passage we did not take, towards the door we never opened, into the rose garden.
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