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Vecchio 23-03-2015, 03.24.07   #1623
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Oh...” disse la maschera di ferro a quelle parole di Tessa “... davvero? Ed io che credevo, nonostante questa maschera, di avere un certo fascino...” scoppiò a ridere “... sapete che facciamo progressi? Si, perchè questa è la classica atmosfera che domina attorno ad una coppia sposata, stando almeno ai racconti dei carcerieri quando parlavano di come preferissero stare a sorvegliare quella prigione invece che tornare a casa dalle loro mogli.” Divertito. “Comunque mi piace la vostra tripartizione dell'universo femminile. Da un lato quelle romantiche e languide, dall'altro quelle che fingono ma che non attendono altro che essere conquistate e nel mezzo voi, indifferente e persino schiva ai possibili incanti dell'Amore.” Sorridendo. “Ma chissà, magari solo perchè non avete mai trovato l'uomo giusto.” Accomodò il cuscino ed una coperta sul pavimento, per poi prendere qualcosa da una delle tasche della sua giacca. “Spero non vi secchi se suono qualche nota con la mia ocarina... sapete, mi aiuta a dormire e a distrarmi... voi sarete anche immune alle tentazioni di messer Amore, ma io invece...” rise di nuovo e poi cominciò a suonare piano, accompagnando alle note le parole di una vecchia canzone udita forse durante la sua prigionia:

“Nascendo tu,
hai fatto certamente nascere
un piccolo pasticcio in Paradiso
perchè volevano tenerti Lassù...
… gli Angeli del Ciel.

Venendo qui,
hai fatto certamente nascere
un piccolo pasticcio nel mio cuore
perchè sei tanto bella e tanto piaci a me...
… ma non soltanto a me.”

E tra quelle basse note e le dolci parole che le accompagnavano, Tessa si addormentò serenamente.
Fu per lei una notte tranquilla, senza sogni inquieti.
E quando si svegliò, il lieve e dorato tepore dei raggi mattutini danzava sul suo volto, accompagnato dai rumori vivaci del borgo ormai destato e da un invitante profumo di focacce calde che saliva attraverso la finestra aperta della stanza.
Tutto ciò mentre dall'altra parte della stanza, divisa com'era dalle lenzuola appese al filo tra le pareti, il giaciglio dell'ex galeotto era vuoto.
L'uomo infatti si era già alzato e sceso di sotto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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