All'ombra di quel pino, l'altalena dondolava piano, mentre l'ex galeotto e Tessa consumavano la colazione preparata per loro da Vecia.
Poi la ragazza prese a dondolarsi con veemenza, quasi ad imprimere forza all'altalena nel tentativo di allontanarsi da quel mondo che lei aveva descritto con tanto fastidio.
Quello in cui le donne dovevano innamorarsi, dovevano amare ed essere amate per dirsi felici.
“Quel vecchio è pazzo...” disse la maschera di ferro con gli occhi verso le piante di quel giardino, dove su tutte dominava un robusto melo “... ne parlavo stamani con sua moglie... mi crede suo nipote, finito chissà dove... e pensa di voi che siate innamorata di me...” sorrise “... io non ho nulla di suo nipote e voi meno che niente di una donna innamorata... la vecchia mi ha chiesto di assecondarlo... con ogni probabilità suo nipote non tornerà più e forse ciò è un bene per questi due poveri anziani... quanto a voi, non temete, le mura di Troia stavolta non crolleranno...” col suo solito modo di fare da Guascone “... anche se” alzandosi e facendo qualche passo in avanti “fra quel povero vecchio e voi non so chi sia più pazzo...” senza voltarsi a guardarla “... non si può vivere senza Amore... ma comunque cosa farete della vostra vita non è affar mio...”
“Io dico che starà meglio qui, sull'ingresso...” ad un tratto Vecia “... così lo possono leggere tutti.”
“Secondo me” mormorò Oldano “starebbe meglio in cucina.”
“Chiediamolo ai ragazzi.” Fece Vecia.
E i due anziani raggiunsero l'ex galeotto e Tessa.
“Secondo voi” chiese loro, mostrando un quadretto con una scritta ricamata al centro “dove starebbe meglio?”
La scritta ricamata così recitava:
“Il cuore di un uomo può conquistare il mondo intero.
Ma solo il cuore di una donna può conquistare quello di un uomo.”
“Beh...” fece il prigioniero “... non saprei... immagino dove sia bene in vista. Tu cosa dici, mia cara?” Rivolgendosi poi a Tessa e facendole l'occhiolino. “Ah...” voltandosi verso i due vecchi coniugi “... volevo chiedervi... Fra' Godwin accennò ad un fabbro, o qualcosa di simile... sapete dove abbia la sua bottega?”
“E' per la maschera, vero?” Domandò Oldano. “Bravo. Fossi in tua moglie manco ti farei entrare nel letto la notte con quell'affare in testa.” Scuotendo la testa. “Si può sapere come diavolo è finita sulla tua faccia?”
“La verità?” Divertito il prigioniero. “La verità... è stata a causa di un incantesimo...”
“Incantesimo?” Ripetè il vecchio.
“Si...” annuì il prigioniero, per poi tornare a sedersi accanto a Tessa “... mi è stata messa in testa da una strega che si era follemente innamorata di me...” facendo l'occhiolino a Vecia che lo guardava divertita “... e siccome io non volevo saperne, visto era bruna ed a me invece piacciono solo le ragazze dai capelli chiari, allora la megera mi ha imprigionato il volto sotto questa maschera... così il mio fascino non avrebbe potuto più colpire nessuna donna... e solo una ragazza davvero innamorata, pur senza vedermi in viso, poteva liberarmi col suo Amore sincero.” Abbracciando per un attimo Tessa.
“Sei pazzo!” Ridendo Vecia. “Completamente pazzo!”
“Non metterà mai la testa a posto!” Sbottò Oldano.
L'ex galeotto tornò ad alzarsi, senza smettere di ridere.
“Mi chiedevi del fabbro...” fissandolo il vecchio “... di certo Fra' Godwin si riferiva ad Ernò... è l'unico fabbro del borgo e la sua bottega non è lontana da qui. Magari davvero riuscirà a toglierti quel ferro vecchio dalla testa.” Annuì. “Anche se io getterei via anche la tua testa vuota, mio scellerato nipote.” Guardò Tessa. “Mi raccomando, ragazza, deve rigare dritto questo fanfarone!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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