Mi lasciai trasportare da quel bacio, dimenticando ogni cosa.
Lui era lì con me, e nient'altro aveva importanza.
Potevo sentire le sue mani che mi stringevano, scendendo dalle mie spalle nude al rigido corpetto che indossavo.
Quelle mani, quelle braccia: le sue.
E più mi tenevano strette, più il mio cuore accelerava, tanto che credevo scoppiasse.
Credevo che una sensazione come quella mi fosse preclusa per sempre, ormai.
Invece lui era li, con me.
Lo osservai slacciarsi la giubba che aveva indossato poco prima per l'allenamento, seguendo le sue mani con le mie, finché non cadde a terra e lui mi attirò nuovamente a sè.
Poi quelle parole, così pure ma nello stesso tempo appassionate.
"Ora.." Sussurrai piano, stringendolo a mia volta "Ora dovremmo..." Potevo sentire i battiti del suo cuore contro il mio che avevano lo stesso tempo dei miei.
"Dovremmo fermarci..." Mormorai, senza però farlo io per prima "Qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro...".
Poi la sentii, la pelle irregolare, plasmata dalla cicatrice che avevo visto poco prima.
Avrei voluto soffermarmici ma non lo feci, eppure il mio cuore accelerò, se possibile.
"Oppure.." Con un sorriso "Puoi farmi vedere che hai recepito la mia lezione sugli abbattimenti e portarmi a terra.." Sussurai, scostandomi appena, per poi aprire gli occhi "Dovrei insegnarti a uccidere, non ad amare...".
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