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Vecchio 28-03-2015, 01.34.13   #1797
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il pittore restò ammaliato da quella carezza di Elisabeth e baciò la mano della donna.
Si voltò allora a cercare fra le varie tele ammassate a terra, contro un piccolo mobiletto.
Trovò ciò che cercava e tornò a fissare la moglie di De Gur.
“Ecco la tela...” disse, mostrandola poi ad Elisabeth “... questa è quella che interessava a quel chierico... e non certo per la mia arte... gli uomini di Chiesa, vi dirò, non sono portati a vedere così in profondità, come invece richiede il mio estro artistico... loro fuggono dai piaceri della vita e dal cosiddetto peccato, mentre la mia genialità vive di tutto ciò... ma sono certo che voi mi capite, vero figlia di Diana?” Facendole l'occhiolino.
Elisabeth vide quella tela.
Raffigurava la campagna di Capomazda immersa in una inquieta notte ed impreziosita dalla Luna.
E nel vedere quell'immagine, la donna, da sempre sensibile nell'osservare la natura ed i suoi misteri, avvertì come un senso di angoscia.
Un qualcosa che fece piombare il suo animo in una profonda desolazione.
Vi era qualcosa di cupo in quel quadro.
Qualcosa di oscuro, di sinistro, di indefinito.
Qualcosa di innaturale.
E nell'osservare la tela, Elisabeth si accorse di un particolare.
All'inizio le sembrò un'ombra informe e immobile nella campagna.
Poi, pian piano, si accorse, guardandola meglio, che si trattava di una sagoma, di una figura irregolare, sfuggente, come irreale.
Una figura che però, nonostante la sua enigmatica essenza, sembrava emanare un alone di assoluta malvagità.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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