Il vecchio si alzò e sorrise al misterioso prigioniero e a Tessa.
Vi era un'innata cortesia nei suoi gesti ed un senso di nobiltà nel suo portamento.
“Sono lieto di vedervi, amici miei.” Disse, invitando i due a sedersi. “Sono sempre solo qui nel mio eremo. Prego, sedetevi.”
Il galeotto si tolse lo scialle e mostrò la maschera.
“Eh, il buon Ernò si sarà turbato, immagino...” guardando la maschera il vecchio “... non è facile da rimuovere... posso vederla meglio? Sedetevi su questo sgabello, vi prego.”
L'ex galeotto si sedette ed il vecchio studiò con calma quella maschera.
“Come pensavo...” mormorò poi “... occorre una chiave... e non una chiave comune credo... eh, chi vi ha messo sulla testa questa maschera voleva essere certo che nessuno potesse poi rimuoverla...”
“Dunque neanche voi potete toglierla?” Chiese il prigioniero.
“Non è detto...” rispose il vecchio “... provare si può sempre provare... voi volete davvero liberarvi da questa maschera?”
“Si, certo...” annuì il prigioniero “... non dovrei?”
“Beh, è come uscire da una prigione...” spiegò il vecchio “... vi è un motivo se vi hanno messo la maschera e credo che esso riguardi il vostro volto... mostrandolo dovrete accettare tutto ciò che poi accadrà...”
“Sono pronto...” mormorò l'ex galeotto “... rivoglio la mia vita...” per poi guardare Tessa.
“E sia...” il vecchio “... faremo un calco della chiave...”
Prese della cera e la versò nella serratura della maschera.
Poco dopo ottenne così il calco della chiave.
Cominciò allora a forgiarne una.
“Lasciamola raffreddare e poi proveremo...” quando ebbe finito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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