“Guardare una tela” disse il Priore Tommaso ad Elisabeth “non è come fissare un'immagine che riporta l'esatta realtà. Essa è l'interpretazione di un artista di quella realtà che guardava nel momento in cui dipingeva. Neanche il riflesso allo specchio è un'immagine perfetta della realtà. Nelle discipline scientifiche per ottenere un'immagine reale da un disegno bisogna convertirlo in una proiezione ortogonale, in modo da ottenere prospetti e rilievi. Ma noi non abbiamo modo di poter usare qui formule geometriche e procedimenti tecnici. Dunque ci fideremo del nostro istinto. Voi dite di vedere occhi infernali accanto a questa sagoma? Potrebbe darsi. Io non escludo mai il soprannaturale. Solo uno stolto lo farebbe a prescindere. Ma prima di accettare tale ipotesi, bisogna prima eliminare ogni possibile causa naturale e umanamente spiegabile. Perciò, la brughiera ci attende.”
Lasciarono la locanda e con un carretto preso a noleggio uscirono dalla città, diretti nella misteriosa brughiera.
Raggiunsero dopo un po' il punto esatto che il pittore aveva dipinto sulla sua tela.
“Qui trovammo il calco...” indicò il religioso “... mi chiedo cosa potrebbe esserci ancora, visto è passato del tempo da quella sera...” ma guardandosi intorno il priore notò qualcosa.
Era una luce in lontananza.
“Sembra di una abitazione...” fece il Priore Tommaso “... andiamo a vedere, milady...”
Seguirono la luce ed alla fine si ritrovarono davanti ad una piccola casa.
Il religioso bussò e pochi istanti dopo qualcuno venne ad aprire.
Era una vecchia.
“Perdonateci...” sorridendo il priore “... cercavamo nei dintorni qualcosa che ha attirato la nostra attenzione... forse era un grosso cane, o magari un lupo.”
“Non vi sono lupi qui.” Mormorò la vecchia.
“Ecco, appunto.” Annuì il religioso. “Allora forse voi potete aiutarci a capire cosa abbiamo visto.”
“Io non so niente.” Sentenziò la vecchia. “Ed ora vorrei essere lasciata in pace.” Fissando prima il priore, poi Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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