Velven strinse a sé Gwen e restarono così a lungo, l'una nelle braccia dell'altro.
“Ora basta con questa velata tristezza...” disse lui sorridendole “... cosa ci manca per passare una bella serata? Abbiamo una casa tutta nostra e nessuno che ci disturba, una succulenta frittata, del buon vino rosso e persino del pane bianco che ho preso stamattina. Senza dimenticare poi le mele mature e rosse che ci faranno da ottimo dessert.” Ridendo piano. “Su, io rompo le uova e taglio il formaggio ed il salame, mentre tu poi le sbatti per amalgamare il tutto. E mentre la frittata frigge, io abbrustolisco un po' di pane sul braciere.” Ma ad un tratto si voltò verso la finestra. “Un momento... ma questa è la voce di Tutan... si, è proprio lui! Aspetta qui, Gwen!” E corse alla finestra. “Ehi, vecchio mio!”
“Oh, salute a voi, signore.” Rispose il vecchio cantastorie.
“Per un Taddeo e mezzo” fece Velven “posso avere una canzone romantica sotto la mia finestra stasera?”
“Per un Taddeo e mezzo vi porterei la Luna, signore!” Ridendo Tutan. “Ma immagino non siate solo dentro.”
“Infatti!” Annuì Velven.
“E ditemi, è carina?”
“E' la ragazza più bella del mondo!” Esclamò Velven.
“Oh, allora occorre una canzone speciale.” Fece il cantastorie. “Per farle dire si? O magari per accendere in lei la scintilla della passione?”
“Una canzone” spiegò Velven a Tutan “solo per farle capire che è l'unica al mondo per me.”
“Allora serve una canzone speciale, romantica.” Prendendo il suo strumento musicale Tutan. “Lasciate fare a me, signore...”
Velven diede le monete promesse al cantastorie, per poi tornare in cucina da Gwen, dove cominciarono a preparare la cena.
Un attimo dopo, dalla finestra aperta, iniziò ad udirsi la bella e romantica canzone che Tutan stava intonando per i due giovani innamorati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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