Fu un attimo.
Poi, a quelle parole di Clio, al loro suono suadente, sicuro, sensuale ed avvertendo il suo corpo su di lui, dopo che lei si era seduta a cavalcioni sulle gambe del presunto duca, quel momento sembrò svanire.
Icarius apparve sorpreso, poi meravigliato ed infine affascinato dal modo di fare della ragazza.
Ed ai modi da Guascone di Guisgard, tornarono quelli prima incerti e poi ardenti del presunto Taddeide.
Rispose allora a quel bacio, prima accogliendo le labbra di lei, poi cercandole a sua volta con le sue.
E fu un bacio caldo, lungo, in cui le loro bocche schiudendosi più volte accoglievano ciascuna quella dell'una e dell'altro, assaporandone l'essenza più intima.
E nel baciarla, nell'incatenare le labbra di Clio alle sue, Icarius prese a stringerla fra le braccia e a farla sentire sua al solo tocco delle sue mani.
Mani che scivolavano ovunque, lungo la schiena, sul fianchi, fino sul vestito, cercandone poi la fine.
Allora le mani del pastore caddero sotto il vestito, cominciando ad accarezzare lentamente prima e più appassionatamente poi, le nude e lisce gambe del suo maestro d'armi.
“Chissà cosa indossa sotto questo visto il mio maestro...” disse lui baciandola “... una corazza forse?” Ridendo appena e senza staccare le labbra da quelle di Clio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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