Non vorrei sembrare una voce fuori dal coro, né essere polemico.
Amo la storia e sono abituato a ragionare sfogliando gli avvenimenti passati, poiché credo che essi siano mossi e collegati a quelli presenti e futuri da una ciclica fatalità.
Forse motivata dall'animo umano o forse, chissà, animata da Forze sconosciute e superiori.
E guardando la storia, che grazie al Cielo non ha colore, mi chiedo che se sbandierare il termine libertà, come in questi i giorni sento fare in tv e sui giornali, possa bastare a dare dignità ai molti che hanno vissuto i momenti difficili dal dopoguerra ad oggi nel nostro paese.
Mi riferisco ai tanti, troppi profughi che proprio in nome di quella libertà oggi tanto evocata, ma che spesso serviva in parte tacere per fini politici, hanno subito il martirio terribile delle foibe.
A loro che non sono stati toccati fino in fondo da questa trionfante liberazione, ma che invece proprio da una parte di essa sono stati ignorati ed abbandonati, va il mio ricordo.
Il ricordo di chi con fierezza non si è mai riconosciuto in un colore, ma che ha fatto della vera libertà e della dignità che essa porta, i soli suoi ideali.
Che questo paese possa essere davvero liberato dal demone di un colore, qualunque esso sia, nelle strade, negli organi di informazione, nelle aule del potere e nei tribunali, poiché i soli valori che vanno protetti non sono quelli di un partito, che sia nero o rosso, ma quelli che pongono l'uomo davanti a tutto.
Indipendentemente dal suo credo politico.
Buon pomeriggio, mia aristocratica (per fortuna!) Camelot