Disattivato
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Squadrai Gurez con disprezzo, alzando gli occhi al cielo.
"Ma per piacere.." scossi la testa "Goditi le sgualdrine di Maruania e lascia la lotta alle donne vere..".
Se ne andò per fortuna e io sospirai, infastidita.
"Non ti aspetterai che mi lasci insultare buona buona, vero?" alzai gli occhi su Dort prendendo un profondo respiro.
Prima dell'arrivo di Gurez nessuno si era mai permesso di parlarmi in quel modo.
Nessuno, mai.
Tutti sapevano chi ero, e io non avevo mai fatto mistero delle mie idee, estreme persino per i ribelli.
Ma io ero quella che ero, e certo non sarei mai cambiata.
Sorrisi piano a Dort, e per un momento pensai a tutti i momenti vissuti insieme.
Come quella sera.
La vita di un ribelle non è fatta solo di sotterfugi, riunioni segrete, azioni eversive e tentativi disperati.
No, nella vita di un ribelle, qui a Maruania, ci sono momenti speciali e unici, che restano scolpiti nei cuori.
Momenti in cui dimenticare questa maledetta città, la sua orrenda libertà, le sue assurde leggi, il suo immenso vuoto.
E quella sera, in un casolare di campagna, accanto al fuoco scoppiettante era proprio una di quei momenti.
Guio parlava da ore, ormai, e noi lo ascoltavamo, rapiti.
A volte raccontava, a volte leggeva, a volte ci faceva riflettere, ragionare, e lasciava che ci confrontassimo tra di noi.
Non sempre avevamo opinioni simili, poiché ognuno ragionava con la sua testa, ma il rispetto reciproco e la sostanziale vicinanza di intenti e ideali, nonostante le differenze, rendeva il confronto costruttivo e non una rissa da bar.
Eravamo tutti lì, così diversi per età, classe sociale ed aspirazioni eppure tutti uniti nella battaglia, tutti uniti dagli ideali che muovevano i nostri passi e le nostre azioni.
Era da serate come quella che trovavamo la forza di resistere nell'inferno di tutti i giorni.
Serate in cui poi cantavamo, le canzoni che ben pochi conoscevano a parte noi, che descrivevano il nostro mondo, la nostra lotta, il nostro Amore.
In cui ridevamo, liberi dalla libertà tirannica di Maruania, in cui scoprivamo testi antichi e dimenticati, storie di ribelli, che come tali non hanno trovato il giusto posto nei libri di storia.
Eppure, quella assurda catastrofe e distruzione che era stata la terza guerra mondiale, aveva stranamente salvato qualcosa su di loro, sui ribelli dimenticati.
E forse non è un caso.
Anche perché, come Guio ci ha sempre insegnato, e come ho imparato a notare nella mia vita e in quella degli altri: nulla avviene per caso.
Così come non è stato un caso che incontrassi Guio alla Bottega della Fenice, tantissimi anni prima di quella sera, non è stato un caso che abbia perso il libro che avevo appena comprato e ciò mi abbia riportato lì, proprio nel momento in cui entrava lui.
Lui che mi aveva visto di sfuggita, la sera prima, ad un concerto clandestino di cui avevo saputo proprio da Mark.
No, niente accade per caso, e la lotta dava un senso a tutto quanto.
C'eravamo ancora tutti quella sera.
Erano passati anni da allora, e molti ragazzi si erano persi, erano scappati, erano stati catturati, o semplicemente avevano smesso di lottare.
C'era ancor Frakie, che era scomparsa ormai da un paio d'anni e non ne avevamo più saputo nulla, Ily non aveva ancora conosciuto Poros, suo marito.
Quante ne avevano passate quei due, ma ora erano felici, lontano da qui, almeno lo speravo.
C'erano poi il simpaticissimo Nik, e Tamin dal cuore d'oro.
Per non parlare di Ezio, pacato e silenzioso, ma capace di sorprenderti quando meno te l'aspettavi.
Quante ne avevamo passate in quegli anni.
Ora il tempo era passato, le cose a Maruania andavano di male in peggio e della vecchia compagnia eravamo rimasti in pochi.
Pochi ma buoni.
C'era Dort, naturalmente, Nik, Tamin ed Ezio.
Ma anche Garis è rimasto, rinunciando al suo sogno di andare a vivere in montagna, lontano da tutto.
E Milo, il gigante buono, che sembrava così temibile, anche per il suo passato da militare, ma che in realtà sapeva sacrificarsi per te come nessun altro.
Ma c'erano anche nuove reclute.
Un po' come Mari, così diversa da me nell'aspetto e nella classe sociale, ma non ci impedì di diventare ottime amiche.
Lei e il suo Stain avrebbero sfidato Maruania per cercare di sposarsi.
E tutti noi li avremmo aiutati.
Ovviamente c'era anche Dari, brillante filosofo con la passione per il combattimento orientale, migliore amico di Stain.
E da qualche tempo c'era anche il mio piccolo Luke, era la mascotte. Aveva circa l'età che avevo io quando arrivai in questo piccolo e segreto mondo. Mi faceva tenerezza, e cercavo di passargli tutti gli insegnamenti che avevo imparato in questi anni.
Ma naturalmente noi non siamo la prima generazione a combattere Maruania, basti pesare, oltre che a Guio, a Dani ed Elly che hanno pressappoco l'età di mia madre, ma che consideravo ottime amiche.
Erano persone splendide, persone che non avevo mai ceduto, nonostante le lusinghe nella città.
Inutile dire che non erano molte.
Per un momento rividi i loro sorrisi, gli amici vecchi e nuovi, con cui avevo comunque condiviso un pezzo di strada.
E Gurez mi parve d'improvviso insignificante.
Sorrisi a Dort.
"Allora?" chiesi, gaiamente "Di che novità parlavi?".
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