L'aria fresca dalla finestra semiaperta filtrava dalle tendine, fino a soffiare dolcemente, come una leggera carezza sul viso e fra i capelli di Clio.
La campagna era limpida, fatta di verde, di fiori, di frutti e di lunghe ombre che correvano sui campi ed un cielo intriso di purpurea magia.
Gli ultimi uccellini volavano via tra gli alberi ed in lontananza si vedeva un carretto attraversare una lunga ed incerta stradina che zigzagava con i suoi solchi secolari in un bucolico e sterminato paesaggio.
E su tutto ciò aleggiava quel dolce suono di ocarina.
Sembrava generato ora dal vento, ora dal fruscio delle foglie sugli alberi, ora dal cinguettio degli ultimi uccellini.
Forse nasceva dalla stessa campagna, dal gorgheggiare lieve di un ruscello, o magari veniva da lontano, da oltre l'orizzonte.
Ma poi quelle note parvero per un istante più vicine, quasi da potersi toccare, come se planassero accanto al viso della ragazza, forse per accarezzarlo o baciarlo.
E finalmente la vide.
Una sagoma seduta sotto un albero, con le spalle appoggiate contro il tronco ed i bagliori del Sole morente che rendevano impossibile scrutarne il volto.
Stava lì e suonava senza smettere.
Suonava forse alla campagna, o al cielo di Maggio.
O forse suonava una serenata, o chissà, magari suonava solo ai suoi sogni.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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