Ad un tratto nello spiazzo antistante il casolare, che adesso era il ridente giardino del castello, Gean apparve tra i cespugli in fiore e i getti delle fontane resi argentati dalla pallida e romantica Luna.
“Non ho mentito” disse lui fissando Syenna che di colpo aveva preso le fattezze di Clio, insieme ai suoi occhi ed alla sua voce “perchè gli innamorati non parlano con la mente, che sola suggerisce il falso, ma col cuore, che invece pulsa di passioni e di slanci. E cosa c'è di più vero delle passioni e degli slanci di un innamorato? Oh, Syenna...” sospirò Gean, ora con l'aspetto di Orden “... chiedimi uno solo dei raggi di questa Luna ed io lo ruberò per te, barattandolo come pegno a questa notte ed a tutti i suoi tesori perduti... che da soli non bastano a comprare uno solo dei tuoi sospiri...”
E mentre Clio ascoltava le battute recitate da Orden, all'improvvisò udì qualcosa.
Forse era solo il vento, ma a lei parvero le note dell'ocarina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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