Il Palumb, veloce e leggero, scese in picchiata e poi penetrò tra alti spuntoni rocciosi, zigzagando nel disperato tentativo di seminare il Corvo che gli stava attaccato come fosse la sua ombra.
Ma forse Icarius aveva altro in mente.
Continuò così con quelle manovre azzardate, mentre il veicolo alle sue spalle lo seguiva senza tentennamenti e continuando a vomitargli contro tonnellate di laser, senza però riuscire a colpirlo.
“Eccoci, Clio...” disse lui “... o dentro... o fuori...”
Attraversarono allora due strette pareti di pietra, sempre seguite dal Corvo.
Ma stavolta non c'era margine per virate estreme ed allora uno dei colpi arrivò sull'ala destra del Palumb.
Ma il poco spazio era sentito ancor più gravoso dal Corvo, essendo di stazza superiore al veicolo di Icarius e di Clio.
E finì contro un restringimento tra le due pareti di pietra, prendendo fuoco ed esplodendo all'istante.
Icarius allora tirò fuori il Palumb da quello stretto angusto, ma ormai il veicolo era danneggiato e cominciò a perdere quota.
Lui tentò un atterraggio di fortuna, ma toccato suolo, data la leggerezza del veicolo, si capovolse più volte ed infine prese fuoco.
E quelle fiammate e quel fumo, insieme alla voce di Icarius che la chiamava, furono le ultime cose ricordate da Clio.
Poi solo il buio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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