La stanchezza fece addormentare Clio quasi subito.
Il cielo era sterminato e pareva confondersi col mare.
Gonfie nuvole scivolavano via come isole perdute, mentre i gabbiani lambivano lo scafo della Divina Misericordia.
Lei era sul ponte, contro il parapetto, col vento che gonfiava i suoi capelli ed i suoi vestiti.
“Le angurie sono buone e dissetanti...” disse Hold mentre giocava a carte col Cappellano.
Ma non era il prete che Clio aveva visto.
Poi la vedetta gridò qualcosa.
Ed in lontananza apparvero nuvole nere.
“Una burrasca!” Urlò qualcuno.
“Dov'è Icarius?” Correndo per il ponte Pepino.
“Non si chiama Icarius.” Fece Hold, giocando il Re di Coppe.
“Lo troveranno lo stesso...” mormorò il Cappellano, giocando a sua volta la Donna di Coppe.
Poi Damasgrada cominciò a vibrare fortissimo.
Un grido e dalle nuvole nere emerse una spaventosa nave con la prua a forma di teschio.
Clio si svegliò di colpo.
Era il cuore della notte.