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Vecchio 22-06-2015, 03.40.03   #9333
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
In certi momenti mi sembra così vicino che posso quasi immaginarlo.
Immaginare le sensazioni, le emozioni, fantasticare sul quando e sul come.
Scriverlo sui muri delle strade, come facevo sui banchi di scuola con un pennarello mentre il professore di Topografia spiegava chissà cosa e chissà perchè.
O magari inciderlo sulla corteccia di un albero, nello stesso modo in cui lo facevo per promettere amore eterno alla ragazzina del Liceo Linguistico che mi fissava mentre attraversava i binari.
Quante volte ho avuto la tentazione di seguirla, di infischiarmene dei compagni che mi chiamavano, della campanella che suonava, della lezione che cominciava.
Seguirla su quei binari dove ad un certo punto svaniva, portandosi dietro i miei sogni adolescenziali.
Rincorrerla e vedere dove andava ogni mattina, dove restava fino alle due e scoprire se magari mi pensava come io facevo con lei continuamente.
Lancillotto, Romeo e chissà quanti altri ho imparato ad essere per farla sentire Ginevra, Giulietta ed infinite altre eroine di quel grande romanzo divenuto all'improvviso d'appendice e che non ho ancora smesso di interrompere alla fine di ogni capitolo.
Passare ore a sfogliare vecchie fotto di divi in bianco e nero, o illustrazioni sull'Amor Cortese ed il Dolce Stil Novo.
Farlo ogni giorno, ogni momento, fino a ritrovarsi di colpo alla stazione centrale, con la vaglia matta di partire.
Altri binari, altre corse, altri sogni.
Più grandi, vasti al punto da riempire un mondo.
Immensi per poter riprendere quel romanzo e tornare ad essere Lancillotto, Romeo e prima ancora Perseo ed Ulisse.
Quante sirene, quante Circi, quante Callipso, quante Nausicaa.
Ma Penelope è una soltanto.
Come i fiori di un giardino.
Come il Fiore.
Come sentirsi Perseo, Ulisse, Lancillotto, Romeo o forse, soprattutto, solo Guisgard.
E non chiedere altro per partire.
Forse un treno passa davvero in ogni istante.
Magari persino stanotte.
E di nuovo dei binari da attraversare e qualcosa da scrivere sulla corteccia di un albero.
Un nome, o un Fiore.
O forse entrambi...


Buonanotte, Camelot...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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