Dalla mensa provenivano parole, risate e grida.
La ciurma era gaia, come sempre accade quando si va a tavola e l'appetito sapeva sempre mettere tutti di buonumore.
Poi la porta si aprì e Dacey fece il suo ingresso.
In un attimo tutti si zittirono ed un curioso silenzio scese nella stanza.
Gli occhi di quegli uomini, di certo poco avvezzi alla bellezza femminile che non fosse quella plebea e a buon mercato di schiave e prostitute, si piantarono sulla ragazza e sul suo meraviglioso vestito.
Dacey era una bellezza particolare e rara.
La vivacità del suo spirito ben si legava ai tratti di beltà esotica che la caratterizzavano.
Appariva infatti come l'eroina di una delle novelle de Le mille e una notte, magari protagonista di una fiaba in cui da principessa era divenuta schiava o raminga.
Ora però con quell'abito sembrava essersi destato il misterioso ed enigmatico incanto che pareva aver celato la sua luminosità fino a quell'istante.
“Ehilà...” disse all'improvviso uno di quei contrabbandieri “... avete visto che fata?”
“Una sirena vorrai dire!” Esclamò un altro.
Tutti allora la chiamarono, ciascuno per farla sedere accanto a sè.
E tra il clamore generale Dension restò invece in silenzio a guardarla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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