“Un patto col Diavolo...” disse scettico Munain “... a me invece sembra che quel tipo sia solo eccentrico... e buffone...” scuotendo il capo “... a me interessa solo trovare Guisgard...”
Ma erroneamente da quanto credeva Altea, la sigaretta non tardò a mostrare i suoi effetti.
L'avventuriera cominciò a sentire capogiri e a vedere offuscato nella cabina, tanto da ritrovarsi seduta sul letto senza neanche accorgersene.
Poi più nulla.
Il bagno era fatto di puro marmo bianco, con sottili e variegate venature.
Ovunque il vapore copriva ogni cosa, le pareti, le preziose boccettine dei sali, le saponette profumate, le candide e morbide asciugamano e persino la brocca di ceramica smaltata per l'acqua calda.
Tutto dunque appariva vago e mutevole.
Altea entrò e lasciò poi cadere a terra la vestaglia di seta, che si adagiò intorno ai suoi piedi.
Si avvicinò poi al bordo della vasca e si chinò per sentire la temperatura dell'acqua.
Poi dei passi dietro di lei.
Altea si voltò e sorrise.
“Su, non fare quella faccia...” disse divertita, sedendosi sul bordo della vasca ed accavallando le gambe “... lo so che è difficile passare da padrone a semplice ed umile servitore...” ridendo “... ma ricordi? Ho vinto al gioco ieri e una promessa è una promessa... così da concubina per una notte sarò invece castellana e tu il mio servitore...” poi con un dito gli fece cenno di avvicinarsi.
“Si, ma domani potrei vendicarmi...” fece Icarius.
Ma lei lo zittì dolcemente con le dita sulla sua bocca.
“Stanotte è così...” pianissimo lei “... e poi dovresti essere contento ed onorato... non tutte le padrone di mostrano nude ai loro servi...”
Lui allora la guardò tutta, più volte.
E lei di questo trovò compiacimento.
Lui così cercò di toccarla, ma lei lo bloccò.
“Ah...” divertita Altea “... siamo qui per il mio bagno orientale...” allora si alzò, lasciandosi guardare ancora da lui e poi lentamente entrò in acqua.
“E' un peccato che il vapore ti bagni i vestiti...” malizosa lei “... toglili...”
Lui allora si spogliò davanti a lei.
“Ora prendi quei sali e quelle essenze” ordinò Altea “e inizia a lavare la tua signora...”
E lui obbedì.
Un sibilo lungo e stridulo si alzò nell'aria, destando Altea da quel sogno.
Era stesa sul letto e adagiato su delle coperte poste sopra ad un ballatoio stava Munain a riposare.