Il duello.
I due contendenti si affrontavano con rabbia, ardore, slancio e odio.
Le lame sibilavano, brillavano e tintinnavano sotto una serie di colpi che avrebbero sancito la morte di qualsiasi altro spadaccino presente a Vacolis.
Ma Icarius ed Enzio erano due schermitori di superba maestria.
Così l'impeto della contesa li portò in ogni angolo di quella stanza, tra le urla spaventate di Gayna, il pianto di Ymona e l'incitamento di Sario per Enzio.
E quando quella stanza non fu più sufficiente, i due rivali continuarono la tenzone sulle brevi scale di pietra che davano alla cima della torre, dove la merlatura ne segnava l'inesorabile e fatale fine.
Ma colpo dopo colpo, la ferita di Icarius cominciò a sanguinare e ad affliggerlo.
Improvvisamente Mia Amata divenne pesante ed indomabile, mentre i colpi di Enzio sembravano non tradire fiacchezza.
“Morirai con la spada in pugno.” Disse Enzio, continuando ad attaccare, mentre Icarius era ridotto alla difensiva.
Tutto ciò sotto gli sguardi di Gayna, di Ymona e di Sario, che seguivano il duello con umori e sentimenti opposti.
Ma ad ogni istante di più Icarius temeva di non farcela.
Ma poi accadde qualcosa.
Una grossa sagoma arrivò sulla torre.
Un vascello gigantesco.
Aprì un boccaporto e calò una lunga scala.
Icarius la vide, abbassò la spada e saltò sulla merlatura.
Guardò poi Cq e gli fece un cenno col capo.
Il droide azionò i piccoli reattori e si aggrappò anch'esso alla scala.
Gayna allora corse verso il Taddeide e questi, dopo aver saltato fino alla scala, tese la mano verso la dama.
Riuscì ad afferrarla e lei sorrise.
Ma qualcosa agguantò la caviglia di Gayna.
Era Enzio.
“Lasciami, Enzio!” Gridò Gayna.
“Il tuo posto è qui!” Fissandola quello.
E la sua presa pareva una morsa d'acciaio.
La Divina Misericordia cominciò a sollevarsi e la scala naturalmente iniziò ad andare su.
Icarius dunque, nonostante lo sforzo, non riuscì a tenere la mano di Gayna.
Così la ragazza fu tirata giù da Enzio.
“Scendiamo!” Ordinò Icarius, guardando il boccaporto. “Scendiamo giù!”
“Non possiamo...” Pinto che azionava la scala “... dobbiamo andare, la nave nera si sta avvicinando... se restiamo anche solo un minuto ingaggerà battaglia e qui non possiamo difenderci... ci distruggerà!”
Icarius allora si voltò verso il basso e vide Gayna piangere e gridare, mentre Enzio e Sario la tenevano ferma.
Sulla torre arrivò poi un'altra figura.
Era Aris.
“Smettila di gridare e piangere.” Alla sorella. “Cos'hai da lamentarti? Tuo marito ti da sicurezza e non ti maltratta. Sei libera di fare ciò che vuoi e non ti manca alcun bene materiale.” Guardò la nave volante che si allontanava. “I sogni non sopravvivono mai all'alba.” Sentenziò, mentre il Sole era ormai sorto su Vacolis.
Ed Icarius, aggrappato alla scala, vide quella scena.
Intanto la Divina Misericordia era sempre più lontana da quella torre.
Ed Icarius si accorse che nella mano gli era rimasto un lembo di stoffa dell'abito di Gayna.