Visualizza messaggio singolo
Vecchio 18-08-2015, 19.18.12   #4456
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius annuì a Clio, per poi voltarsi verso Palos.
“Seguiamo questo canto.” Disse. “Andatura costante.”
“Si, signore.” Annuì Palos.
Così la Divina Misericordia prese a seguire quel misterioso e leggero canto, che avvolgeva con le sue sottili note tutto quello scenario incantato.
Attraversarono così quel luogo, lungo il corso piatto e sporco del fiume, circondati da creste rocciose di notevole spessore ed aspetto bizzarro.
In quel punto la campagna descriveva lande desolate e silenziose, dimenticate ed ignote, attraverso dossi naturali dai quali il fiume si gettava oltre quella pianura, portando con sé leggende dimenticate di boschi e nebbia.
Poi il corso del fiume si assottigliò, come se le sue acque fossero destinate ad una sorta di cattività.
La nebbia ricopriva la campagna come una coltre pesante.
Le nubi basse andavano facendosi sempre più fitte, enigmatiche ed impenetrabili.
Poi arrivarono in una vasta radura irregolare, all'estremità più lontana della quale sorgeva qualcosa racchiusa in quel mondo incantato.
Si trattava di una città, bassa e schiacciata, quasi appiattita tra la terra e la cupola di umidità.
Al centro dell'abitato si ergeva, reso mutevole e vago dalla nebbia umida, un antico maniero, dalle alte torri, i maschi appuntiti, il camminamento consumato e le mura indefinite.
Su dove quel castello posasse le sue murature non era dato saperlo, in quanto la nebbia bassa era simile ad una palude di fumi che avvinghiava ogni cosa, persino l'immaginazione umana.
La Divina Misericordia raggiunse così un piccolo molto racchiuso da una lunga banchina che segnava la fine di quella sponda di fiume.
E appena il vascello si arrestò, il canto, come se avesse compiuto il suo dovere, cessò all'improvviso.
“Che luogo è mai questo?” Guardandosi intorno Palos.
“Sembra una città nascosta al mondo dalla nebbia umida di queste terre...” fece il pellegrino.
“Vedo degli uomini a cavallo su un ponte in lontananza...” Icarius osservando quel luogo col betascopio.
"Mi chiedo dove siamo finiti..." disse Elv, per poi voltarsi a fissare Gwen e Dacey.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso