Quel gesto di Clio e la vestaglia finì su una sedia, lasciandola indosso solo quella candida e leggera camicia notte.
Ed Icarius restò un istante a guardarla, al lieve tremolio di una lampada lasciata accesa nella cabina, la cui luce rendeva tutto soffuso, leggero, come la stoffa di quella camicia sulla pelle di lei.
E proprio sulla sua pelle la ribelle sentì scivolare pianissimo le dita di lui, come un velo, una carezza.
“Hai la pelle fredda...” disse lui in sussurro “... e tremante... l'umidità della notte può far male, sai?” Guardandola con un'enigmatica luce nei suoi occhi azzurri.
Le labbra rosate di lei, gli occhi inquieti di lui.
La pelle bianca e liscia della ragazza, lo sguardo luminoso di lui ed i suoi modi ombrosi e virili assieme.
Un attimo.
Solo un attimo trascorse e Clio si ritrovò contro il petto di lui, avvertendo il suo corpo, il suo impeto, la sua passionalità contro di lei, protetta solo da quella leggerissima e sottile camicia da notte.
Le loro labbra furono allora vicinissime, come ogni altra parte dei loro corpi.
“Io...” guardandola come chi lotta contro i mari inquieti e le tormente del proprio cuore “... io non posso amare, lo sai... lo sai, vero?” Era sempre più stretta a lui, in balia del suo furore. “Lo sai... dimmi che lo sai... dimmi... dimmelo, Clio...”
E la Baciò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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