“Si, conosco Nuova Camelot...” disse Vangor a Clio “... ma chissà che dopo questo nostro incontro voi non decidiate di restare qui a Scafris... è una città ospitale, sapete?”
Intanto in lontananza cominciò ad apparire qualcosa nella nebbia.
Scafris si mostrava quasi etera, irreale.
Case sparse come su un tappeto intasato, fatto di tetti piani, palazzi dello stesso colore, forse scoloriti e sbiaditi da quella perenne umidità e diverse chiese che scandivano le forme di quel luogo tagliato in due dal corso del fiume.
Ed a dominare quell'abitato urbano vi era un'imponente costruzione, che dalla Divina Misericordia era apparsa simile ad un castello, mente invece ora si mostrava per quel che era.
Un vasto palazzo di nobili fattezze che assorbiva attorno ad esso l'intera struttura cittadina, come se ne fosse il cuore pulsante.
Eppure quel palazzo sembrava essere addormentato.
Come se fosse abbandonato, nonostante invece l'eccellente stato di conservazione e la posizione centrale e nevralgica.