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Vecchio 26-08-2015, 17.09.29   #4713
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius fissava quel grande ed enigmatico palazzo con i suoi occhi azzurri ed indagatori, come se cercasse di svelarne i misteri con lo sguardo.
Fantasma.
Questo aveva detto il contadino.
Ed allora rammentò l'episodio accaduto quella notte al Castello della Gioia, grazie al quale tutta questa avventura ha poi preso forma...

“Non andare...” disse Pepino “... potrebbe essere pericoloso...”
“Cosa dovrei temere?” A lui Icarius. “A cosa è ridotta ora la mia vita? Ha forse valore? Ha valore la vita di un meschino libertino? Di un uomo senza terra e senza Gioia? E poi, che male potrà fare lo spettro alla mia anima? Essa è immortale quanto lui e solo la mia condotta può condannarla alla dannazione.” Avvicinandosi poi alla merlatura.
“Non andare!” Gridò Rancesco. “Potrebbe prendersi il tuo senno e renderti folle!”
“Lasciatemi andare, vi dico!” Impugnando Icarius la spada. “E statemi lontano, o renderò chi mi disubbidisce anch'esso uno spettro!”
Il Taddeide raggiunse il punto in cui aleggiava l'austera e spettrale ombra.
“Chi sei?” Icarius.
“Bada che è tardi...” lamentò lo spettro.
“Parlami...” mormorò Icarius.
“E' tardi e presto dovrò rientrare nella mia Dimora...”
“Ti ascolto...” annuì Icarius “... e pregherò affinchè tu abbia pace...” poi lo riconobbe e trasalì.
“Il mio tormento è nullo, rispetto al tuo...” lo spettro “... benchè entrambi patiamo i medesimi peccati... sono lo spettro di tuo zio, Taddeide come te... ascoltami dunque, se davvero tu abbia mai amato il nostro nome ed il nostro sangue...”
“Parlami...” turbato l'eroe di Capomazda.
“Hai vissuto senza scopo, ma ora ti dico che vi è un solo modo per cancellare la nostra condanna...”
“Quale?” Urlò Icarius.
“Tu ben sai...” fissandolo lo spettro.
“Il Fiore Azzurro...” sussurrò in una sentenza Icarius.

Poi le parole di Dacey lo destarono da quel ricordo.
Allora guardò la ragazza e sorrise appena.
“I miei pensieri non valgono poi tanto, milady...” disse “... sono solo incuriosito da ciò che ha detto il contadino... vecchie storie di fantasmi hanno da sempre il potere di affascinare, come di terrorizzare.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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