Gwen restò a guardare quella sagoma che vagava e cantava nella campagna, immersa in quel mare di nebbia umida.
Aveva un abito bianchissimo come il pallore lunare e lunghi capelli neri che ne celavano il viso.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta di Gwen.
“Sono io, Pinto...” disse lui dal corridoio “... sento cantare... siete voi? Va tutto bene?” Preoccupato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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